Pilato fece prendere Gesù e lo fece flagellare

2022-03-31 07:10:26
Le vie strette della città vecchia di Gerusalemme ci portano all’inizio della Via Dolorosa. Nel nostro percorso quaresimale facciamo sosta alla chiesa della flagellazione, costruita dai Crociati nel XII secolo, poi abbandonata e dal 1838 di proprietà della Custodia di Terra Santa. Le vetrate riproducono le scene dalla condanna di Gesù da parte di Pilato, della flagellazione di Gesù e della liberazione di Barabba. Nella terza meditazione quaresimale, don Carlo Giuseppe Adesso è partito dal brano dell’evangelista Giovanni: “Pilato fece prendere Gesù e lo fece flagellare” (Gv 19,1). Ispirato da mistici, dalla musica e dall'arte, ha cercato attraverso questi testimoni il significato più profondo del Cristo che si è lasciato flagellare per amore. Don CARLO GIUSEPPE ADESSO Diocesi di San Marino–Montefeltro “Mi sono ispirato al bellissimo film di Mel Gibson, e anche la durata dell’omelia è la stessa durata della scena della crocifissione che vediamo nel film, e soprattutto della flagellazione. Mi è piaciuta l'idea di Mel Gibson il quale analizzava nei volti di coloro che hanno assistito alla flagellazione il modo con cui l'hanno vissuta. E anch'io ho voluto fare la stessa cosa nella mia riflessione. Ho chiamato in causa i grandi testimoni della fede perché ci aiutassero a scavare il contenuto di questo grande mistero dal quale siamo stati redenti”. Questo episodio ci porta a riflettere anche sulle sofferenze e le ingiustizie - a volte fino al martirio - di oggi e ci indica un cammino per vivere con speranza le nostre “Via Crucis” quotidiane. Don CARLO GIUSEPPE ADESSO Diocesi di San Marino–Montefeltro “Uno degli aspetti che mi ha colpito della flagellazione quello di meditare su come la Chiesa il corpo mistico di Cristo, sia coinvolta in questo mistero della flagellazione. A mio modesto parere la ferita più sanguinante che riguarda la “flagellazione della Chiesa” è la divisione". Don CARLO GIUSEPPE ADESSO Diocesi di San Marino–Montefeltro “Se il male è la divisione, la medicina, l'antidoto non può che essere la comunione, cioè l'unità. Rimettere al centro della nostra fede, della nostra vita, della vita delle nostre comunità, il Cristo presente nella sua parola ma presente in modo specialissimo, sacramentale, nel suo Santissimo Corpo. Questo renderà la Chiesa unita, essendo l'Eucarestia il “sacramentum caritatis”. Allora avrà ragione Shakespeare nel dire: il cielo si rallegra di questa nostra unità, quel cielo che fu tanto accigliato, fu tanto triste per la nostra divisione”. È la Passione stessa di Gesù a illuminare la nostra strada e a offrire un punto di speranza in mezzo agli affanni della vita. Come scrive San Paolo ai Galati: “Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me” (Gal 2, 20) e “Porto le stigmate di Gesù nel mio corpo” (Gal 6,17).
Ad ogni passo, ad ogni battito: San Nicola il Pellegrino
Ad ogni passo, ad ogni battito: San Nicola il Pellegrino

San Nicola il Pellegrino è un ragazzo greco nato nel 1075, che quando aveva otto anni ha incontrato Gesù e vedendolo ha ricevuto da lui la preghiera del cuore. È Stato venerato santo dai cattolici ed è rimasto tale per circa nove secoli. Nel 2023, gli ortodossi greci d'Italia, lo hanno inserito nel proprio calendario liturgico. Un santo davvero ecumenico, che ha tanto da dire ai pellegrini che oggi vengono a Gerusalemme. La sua vita è scritta nel libro di Mons. Natale Albino, diplomatico della Santa Sede.