Festa della moltiplicazione dei pani e dei pesci sul lago di Galilea
2024-11-14 09:22:10
La chiesa benedettina di Tabgha vede arrivare una moltitudine di pellegrini, sabato 9 novembre. Nonostante le difficoltà della guerra e l’incertezza del futuro, i cristiani di Galilea sono il segno di una presenza profetica, che resiste nella prova, manifestando il senso ultimo di quel valore che san Benedetto ha reso un pilastro della sua regola: “la stabilità”.
Così come i monaci promettono di non abbandonare mai il luogo in cui il Signore li ha chiamati ad abitare, segno del loro radicamento in Cristo e nella Chiesa, anche i cristiani di Terra Santa sono fedeli alla loro vocazione di membra vive del Corpo Mistico, dentro un contesto difficile, quello in cui sono nati, che è però lo stesso in cui anche Gesù è nato e ha vissuto. La terra in cui il Verbo della vita si è fatto carne e si è offerto come pane spezzato sull’altare del mondo.
NADER KARRAM
Nazareth
Per me questo è un posto speciale perché siamo cresciuti qui. Il mio primogenito è stato battezzato in questa chiesa. Questo è tutto un posto speciale, specialmente in questi giorni difficilissimi, con tutto quello che succede. È importantissimo fare capire che siamo qui, siamo radicati nel territorio e non siamo scappati. È molto importante la nostra presenza qui.
SHADI DWEIRY
Nazareth
Il mio nome è Shadi Dweiry di Nazareth. Quello di mio padre è Khalil. È il costruttore che ha costruito questa chiesa. 43 anni fa. Nel 1979. Da quel momento ad oggi noi siamo venuti qui ogni anno. Per celebrare questa messa. E la tradizione vuole che così come mio padre portava noi qui, adesso noi portiamo i nostri figli. È una gioia esserci, amiamo questo posto. L'atmosfera qui è bellissima. Siamo stati battezzati in questa chiesa. E abbiamo battezzato i nostri figli qui.
KATTY DWEIRY
È veramente una sfida stare qui in questo tempo. Ma io penso che l'unico vero bisogno che abbiamo sia la fede in Dio. Ecco perché siamo felici di poter celebrare questa messa. Noi veniamo qui ogni anno, e ci saremo anche l’anno prossimo.
S.E. NIKODEMUS SCHNABEL, osb
Abate della Dormizione di Gerusalemme
Specialmente ai cristiani, vorrei dire con molta chiarezza e anche un po’ di tristezza, io ho questa impressione: il mondo ebraico sta mostrando una profonda solidarietà con i fratelli e le sorelle ebree che vivono qui. Il mondo musulmano è fortemente solidale con i fratelli e le sorelle musulmane di questa terra. Per essere onesto, dal mio punto di vista. Il mondo cristiano, che è il più grande e il più esteso di questi mondi, potrebbe fare un po’ di più. Mi piacerebbe che ci fosse più senso di solidarietà e più coraggio, anche nel venire in pellegrinaggio qui. Lo devo dire: venite, vi prego. Il pellegrinaggio si può fare, le circostanze potranno pure essere scomode, ma i voli ci sono, e voi potete arrivare qui.
KALIL DWEIRY
Architetto della Chiesa di Tabgha
Questo posto lo sento come casa mia. Ho costruito questa chiesa nel 1979. Ci ho messo tre anni, ma poi sono rimasto qui per altri 43, 44 anni.
La moltiplicazione dei pani e dei pesci racconta di un Dio che raccoglie la povertà dell’uomo e la trasforma in un principio inesauribile di condivisione. Gesù rivoluziona la logica del dominio e quella della sopraffazione, ascolta la fame di vita che divora i popoli e risponde offrendo tutto sé stesso nell’Eucarestia, che è il segno più alto e compiuto dell’amore. Oggi i cristiani di Terra Santa hanno bisogno di vedere l’amore e la solidarietà dei loro fratelli in Cristo, hanno bisogno di vedere che i cristiani non hanno paura di venire nei luoghi santi.
S.E. NIKODEMUS SCHNABEL, osb
Abate della Dormizione di Gerusalemme
Forse in questi giorni ci sentiamo deboli. Senza nessuno che ci aiuti. Ma guardate la situazione che ci descrive il Vangelo. 5000 persone affamate, senza risorse. E Gesù trova la soluzione in un bambino che ha solo 5 pani e due pesci. Davanti al quale dice, avanti, condividiamo. Questo per me è il segno dell’amore. Questo bambino non ha potere se non quello dell’amore. Spesso questi pensieri così politici, questi potenti del mondo con le loro armi, neanche vedono il vero potere, quello di Dio e del suo amore, in cui noi confidiamo. Il potere del dono e del perdono. Sono sicuro, è la mia certezza e la mia speranza, Gesù è con noi, adesso, attento alla nostra fame e alla nostra sete di pace.
Vedi anche
Ad ogni passo, ad ogni battito: San Nicola il Pellegrino
San Nicola il Pellegrino è un ragazzo greco nato nel 1075, che quando aveva otto anni ha incontrato Gesù e vedendolo ha ricevuto da lui la preghiera del cuore. È Stato venerato santo dai cattolici ed è rimasto tale per circa nove secoli. Nel 2023, gli ortodossi greci d'Italia, lo hanno inserito nel proprio calendario liturgico. Un santo davvero ecumenico, che ha tanto da dire ai pellegrini che oggi vengono a Gerusalemme. La sua vita è scritta nel libro di Mons. Natale Albino, diplomatico della Santa Sede.