Maria, “Magnificat”

2023-05-28 09:35:11
Don FRANCESCO PIAZZOLLA Prof. Invitato – Studium Biblicum Franciscanum L’anima mia magnifica il Signore, e il mio spirito esulta in Dio mio Salvatore. Don FRANCESCO PIAZZOLLA Prof. Invitato – Studium Biblicum Franciscanum Il Magnificat, il canto della Vergine, qui ad Ein Karem , questa località identificata dalla tradizione bizantina, come il luogo della casa di Zaccaria ed Elisabetta. Il Vangelo di Luca ci dice soltanto che Maria dopo l’annuncio dell’angelo si mosse in una località che si trovava nei monti della Giudea, e noi qui siamo tra i monti della Giudea. Siamo a sitti-mariam, vale a dire la fontana della Vergine, dove secondo la tradizione sarebbe avvenuto l’incontro tra Maria ed Elisabetta. Un incontro in cui le due donne cantano ispirate dallo Spirito Santo, in modo profetico, l’opera di Dio nella loro vita. Maria è proclamata beata, perché ha creduto. Ella ha il primato della fede, come Cristo ha il primato dell’amore. Stiamo salendo al Santuario della Visitazione, il Magnificat. Sulla mia destra vedete le montagne della Giudea. In questo santuario l’architetto italiano Barluzzi ha voluto raffigurare i momenti in cui nella storia si è cantata la Gloria di Maria: “tutte le generazioni mi chiameranno Beata”. Siamo al Santuario del Magnificat, dove il Barluzzi ha cantato le Glorie di Maria lungo la storia. Vogliamo brevemente commentare il testo del Magnificat. Maria proclama “l’anima mia Magnifica il Signore, e il mio spirito esulta in Dio mio Salvatore.” Tutta la vita di Maria è coinvolta e nel cantare e nel celebrare la Gloria di Dio. E Maria anche motiva la ragione di questo canto. Dio ha guardato all’umiltà della sua serva, la tapeinosis, potremmo tradurlo con l’insignificanza, cioè che agli occhi degli uomini appare non importante è grande agli occhi di Dio, perché Lui costruisce la sua storia, la nostra su quello che agli occhi degli uomini non appare importante. Maria cantando ispirata dallo Spirito il Magnificat, celebra le azioni di Dio come già compiute: ha spiegato la potenza, ha disperso i superbi, ha rovesciato i potenti, ha innalzato gli umili, ha ricolmato, ha rimandato. Sono tutti verbi che nella lingua greca sono coniugati al passato, l’aoristo, ma ci verrebbe da chiedere a Maria: dove hai visto questo ribaltamento di situazioni, come fai a cantare come avvenuto ciò che non si è ancora verificato? Maria come i profeti canta le azioni di Dio già entrate nella storia. Dio sta lavorando, sta facendo in modo che le situazioni umane volgano tutte al bene. E Maria l’ha sperimentato nella sua vita: Dio ha guardato alla piccolezza, all’insignificanza della sua serva Ancora 2 volte Maria menziona la misericordia nel magnificat e dice: “di generazioni e in generazione al sua misericordia, si stende su quelli che lo temono” e poi ricorda ricordandosi la sua misericordia. Questa rachamim di Dio, questo amore viscerale di Dio, non è qualcosa che nel canto si celebra come una sorta di attesa, aspettativa ma è un qualcosa cantato come già presente. Nei salmi spesso vediamo che l’uomo di preghiera chiede a Dio di ricordarsi della sua misericordia. Invece Maria dice che dio si è già ricordato ella sua misericordia, questa misericordia è attiva, presente nella storia. Maria fratelli e sorelle ci invita a cantare con tutta la nostra vita la gloria di dio e a riconoscere nelle nostre storie che Dio è all’opera, che Dio sta portando a compimento il suo piano di salvezza. Ci dia Maria con la sua materna intercessione, uno sguardo di fede sulla nostra vita che va oltre gli orizzonti umani e le nostre visuali terrene
Ad ogni passo, ad ogni battito: San Nicola il Pellegrino
Ad ogni passo, ad ogni battito: San Nicola il Pellegrino

San Nicola il Pellegrino è un ragazzo greco nato nel 1075, che quando aveva otto anni ha incontrato Gesù e vedendolo ha ricevuto da lui la preghiera del cuore. È Stato venerato santo dai cattolici ed è rimasto tale per circa nove secoli. Nel 2023, gli ortodossi greci d'Italia, lo hanno inserito nel proprio calendario liturgico. Un santo davvero ecumenico, che ha tanto da dire ai pellegrini che oggi vengono a Gerusalemme. La sua vita è scritta nel libro di Mons. Natale Albino, diplomatico della Santa Sede.