Il Santo Sepolcro: l’annuncio della Risurrezione, le celebrazioni, le campagne di restauri
2022-05-09 14:55:28
Nella basilica del Santo Sepolcro, la gioia della Pasqua è stata annunciata con la proclamazione dei Vangeli della Risurrezione di Gesù da quattro diversi punti intorno all’edicola del Santo Sepolcro, corrispondenti ai punti cardinali: un gesto simbolico di come l’annuncio della Resurrezione, da Gerusalemme, raggiunga ogni angolo della terra.
Il Santo Sepolcro è considerato il luogo più importante della fede cristiana, con più di 2000 anni di storia, scienza e fede.
Attraverso i testi biblici, le testimonianze dei vari periodi storici la ricca documentazione di immagini proveniente dalle campagne di scavo e la collaborazione di archeologi e storici della Custodia di Terra Santa, è possibile fare un viaggio fino ai nostri giorni, all’ultimo restauro nell’Edicola dell’Anastasis.
Nella narrazione biblica ci sono dettagli che aiutano la ricerca archeologica.
L’imperatore Adriano per cancellare la memoria giudaica e cristiana, ricostruì la città e la chiamò Aelia Capitolina. Il luogo del Golgota e il Sepolcro scomparvero sotto la mole del nuovo tempio dedicato a Venere.
Intorno al 327-329, Sant’Elena, madre dell’imperatore Costantino, giunse a Gerusalemme. Secondo Fr. Eugenio Alliata, archeologo dello Studium Biblicum Franciscanum, si può dire che in un certo modo abbia fatto una scoperta archeologica.
Fr. EUGENIO ALLIATA, ofm
Archeologo Studium Biblicum Franciscanum
“Le tradizioni più antiche ci raccontano che l’imperatrice stessa voleva scavare per trovare questa testimonianza della morte di Gesù.
Nel 335, distrutti i templi pagani per volontà di Costantino, il Sepolcro venne riportato alla luce.
Distrutto e ricostruito più volte, il Sepolcro tornò a essere il cuore della cristianità dopo che, nel 1099, Gerusalemme fu conquistata dai crociati.
Con una Bolla di Papa Clemente VI del 1342, all’Ordine di San Francesco di Assisi venne affidata la custodia del Santo Sepolcro e degli altri Luoghi Santi. Da quel momento una comunità francescana si stabilì all’interno della Basilica.
Fr. EUGENIO ALLIATA, ofm
Studium Biblicum Gerusalemme
“La basilica del Santo Sepolcro è una costruzione antica, che risale in parte all’epoca delle crociate, nel XII secolo, e in parte a epoche ancora più antiche. Nel 1927 fu colpita da un terremoto molto forte, che provocò la distruzione di Gerusalemme”.
Nel 1960 iniziarono i lavori di restauro nella basilica del S. Sepolcro. Un lavoro documentato passo passo per 20 anni. Le tre comunità presenti al S. Sepolcro elessero Fr. Virgilio Corbo come archeologo per i lavori nelle parti comuni. Incarico che lo impegnò per 17 anni da mattina e sera. Due anni dopo la fine dei lavori, Fr. Corbo consegnò alla stampa la sua monumentale opera “Il Santo Sepolcro di Gerusalemme. Aspetti archeologici dalle origini al periodo crociato”.
Fr. CLAUDIO BOTTINI, ofm
Studium Biblicum Franciscanum
“Padre Virgilio Corbo ha fatto una sintesi pubblicando nel 1982 una serie di libri, in tre parti, presentando i risultati archeologici confrontati con i testi letterari relativi al periodo evangelico.”
Sono stati 20 anni di faticoso lavoro archeologico e di restauri, che hanno portato ad un importante risultato.
Nella presentazione della collana sul Santo Sepolcro, padre Virgilio Corbo scrisse: “Abbiamo finito il nostro lavoro di ricerca e lo presentiamo agli studiosi. Vogliamo solo augurarci che sia letto con amore verso Colui che di questo monumento è figura trionfante”.
Grazie all’accordo tra i capi delle tre comunità responsabili della basilica - francescani, greco-ortodossi e armeni - nella primavera del 2016 sono cominciati i lavori di restauro dell’Edicola del Santo Sepolcro.
Il gruppo di intervento istituito dall’Università di Atene, sotto la direzione della professoressa Antonia Moropoulou, ha coinvolto non meno di cinquanta professionisti, tra professori e tecnici delle diverse specializzazioni.
OSAMA HAMDAN
Docente - Università Araba di Gerusalemme
“Prima la cupola era aperta e cadeva acqua sopra l’Edicola, creando alcuni problemi, specialmente problemi strutturali, i muri si sono gonfiati. In passato, al tempo degli inglesi, del Mandato britannico, li hanno rafforzati con ferro per contenere le mura dell’Edicola. Questa soluzione è durata quasi cento anni, e non era più possibile contenerle”.
Dopo oltre 200 anni dall’ultimo restauro dell’Edicola, studiosi e autorità religiose hanno vissuto un momento storico: la lastra di marmo che copre la tomba è stata spostata ed è stato possibile vedere nuovamente la roccia su cui è stato deposto Gesù.
Un momento storico per il mondo cristiano, ma anche per quello scientifico, in un lavoro in cui fede e scienza si incontrano.
Fr. DOBROMIR JASZTAL, ofm
Vicario Custodia di Terra Santa
“Ero presente, ho visto sollevare la lapide e apparire la roccia nuda, il luogo dove il corpo di Gesù è stato deposto, e in quel momento molto emozionante il pensiero quasi spontaneamente voleva giungere a quel giorno dopo il sabato, quando alcuni discepoli, alcune donne sono andate al sepolcro e hanno visto la tomba vuota”.
Fr. EUGENIO ALLIATA, ofm
Studium Biblicum Franciscanum - Gerusalemme
"La roccia originaria del sepolcro, il banco su cui secondo la tradizione Cristo è stato deposto arriva esattamente al di sotto delle due lastre che lo coprono, quindi è alto circa 35 cm sopra il pavimento moderno, non sappiamo quanto esattamente sul pavimento antico”.
Il 21 marzo 2017, la conclusione dei restauri è stata celebrata con una cerimonia ecumenica.
Alla cerimonia erano presenti i rappresentanti delle tre comunità religiose responsabili per la Basilica, secondo quanto stabilito dallo Status Quo: il patriarca greco-ortodosso Teofilo III, Fr. Francesco Patton Custode di Terra Santa, il patriarca armeno Nourhan Manoughian.
Presenti anche Mons. Pierbattista Pizzaballa, all’epoca amministratore apostolico del patriarcato latino di Gerusalemme, l’arcivescovo di Costantinopoli, il patriarca ecumenico Bartolomeo, i rappresentanti delle altre Chiese del Santo Sepolcro - Copti, Siriaci ed Etiopi - e delle altre confessioni cristiane di Terra Santa e varie autorità religiose e civili.
La gioia e la comunione vissute in occasione del restauro dell’Edicola del Santo Sepolcro hanno portato a un nuovo, grandioso progetto: il restauro del pavimento della Basilica. Nel 2019, è stato firmato un nuovo accordo tra i capi delle tre comunità per l’avvio di una nuova fase di lavori nel sottosuolo della basilica.
Due istituti italiani - il Centro conservazione e restauro dei beni culturali La Venaria Reale, di Torino, in collaborazione con il Dipartimento di Scienze dell’antichità dell’Università La Sapienza di Roma - hanno studiato il sottosuolo della basilica per un progetto esecutivo degli interventi di restauro.
All'inizio di 2020 è stata realizzata la mappatura “pietra per pietra” del pavimento della basilica. Un lavoro intenso che ha raggiunto il suo apice nel 2022.
Il passo successivo è stato la realizzazione della prima carta topografica digitale dei mille metri quadrati di pavimentazione della Basilica, attraverso 50.000 scatti ad altissima definizione delle pietre più usurate della cristianità, su cui milioni di pellegrini hanno camminato nel corso dei secoli.
Il 14 marzo 2022 le comunità cristiane responsabili della basilica si sono incontrate per la cerimonia di avvio del progetto. Grazie alla mappatura di tutte le pietre del pavimento, sarà possibile togliere e rimettere le lastre nello stesso luogo.
Da duemila anni il Santo Sepolcro continua ad accogliere i pellegrini. Ogni giorno le comunità celebrano le loro liturgie all’interno di questa Basilica, che continua a conservare e a parlare del mistero della morte e risurrezione di Gesù.
Il 7 maggio si tiene una delle feste tradizionali che si celebra in Terra Santa dopo il cambiamento del Calendario liturgico nel 1969: la festa del ritrovamento della Santa Croce ad opera di Sant’Elena.
In processione con la reliquia della Santa Croce, il Custode, insieme alle autorità religiose, ai frati della Custodia e ai sacerdoti delle diverse comunità religiose e ai fedeli si reca alla grotta dove è stata trovata la Croce di Gesù.
Nella sua omelia, il Fr. Francesco Patton, ha commentato le letture di questa festa che aiutano a comprendere quale sia la via d’uscita dalla paura, dalla sfiducia, dalla lamentela e dalla conseguente tristezza: “Bisogna alzare lo sguardo - ha detto -. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna”.
Fr. Francesco Patton ha rivolto anche un pensiero ai popoli in guerra pregando per la pace.
Dopo la Messa solenne, celebranti, religiosi e fedeli sono tornati in processione verso l’Edicola del Santo Sepolcro per i tre giri tradizionali intorno ad essa e le tre benedizioni: all'Edicola, all'altare della Maddalena e alla cappella dell'Apparizione di Gesù a sua Madre.
Fr. FRANCESCO PATTON, ofm
Custode di Terra Santa
“Quello che celebriamo in questa giornata, la giornata del Ritrovamento della vera Croce per opera della regina Elena, è propria questa idea che ritrovando la croce, ritroviamo anche la fiducia e la speranza".
Fr. Patton ha parlato anche della campagna di restauri in corso nella basilica, sottolineando che l’importanza di questi lavori è legata al fatto che questo è il santuario più importante per tutti i cristiani.
Fr. FRANCESCO PATTON, ofm
Custode di Terra Santa
“Questo è il luogo dove Gesù ha dato la vita per noi, dove è stato sepolto, dove è risorto e anche tutto il lavoro di sistemazione del pavimento della basilica ha proprio il senso, non solo di sicurezza da un punto di vista statico di tutto l’edificio, ma anche decoroso sia per celebrare quello che qui Dio ha realizzato, cioè la salvezza dell’uomo, sia per accogliere i pellegrini in sicurezza”.
A Gerusalemme, nella Basilica della Resurrezione è sempre la Pasqua del Signore. La tomba vuota lo attesta, il Vangelo lo proclama: il Signore è veramente risorto!
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