Speciale San Giovanni Battista
2024-07-26 12:13:00
Tu chi sei? Egli confessò e non negò. Confessò: io non sono il Cristo.
Allora gli chiesero: Chi sei dunque? Sei tu Elia?
Non lo sono, disse.
Sei tu il profeta? No, rispose.
Gli dissero allora: chi sei, perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso? Rispose: Io sono voce di uno che grida nel deserto. Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaia.
La vita di San Giovan Battista è accompagnata fin dal seno materno da eventi straordinari, figlio di padri anziani e sterili. Zaccaria riceve dall'angelo Gabriele l'annuncio della paternità. La sua incredulità lo costringe al mutismo durante tutta la gestazione. Le parole gli tornano a confermare il nome scelto da Dio per colui che preparerà il cambiamento delle vie della storia.
Fr. FRANCESCO PATTON. ofm
Custode di Terra Santa
Nella nascita di una persona c'è tutta la sua vita, soprattutto nella nascita c'è già la sua vocazione, la sua missione e alla luce della parola di Dio ho sottolineato tre cose: che Giovanni Battista è colui che prepara la via a incontrare Gesù e in Gesù a incontrare il Messia. Poi ho sottolineato che questa preparazione è soprattutto un servizio di riconciliazione, quindi Giovanni Battista invita alla conversione e predispone le persone al riconoscimento dei peccati e predispone le persone all'incontro con Gesù. E poi la terza sottolineatura che ho fatto, che è proprio tipica di Giovanni Battista è che, per riassumerla con le sue stesse parole, lui è uno che sa di dover diminuire perché possa crescere Gesù e questo lo trovo un insegnamento molto importante per noi, perché è Gesù che deve essere al centro, non Giovanni Battista o chiunque di noi.
E direi è una indicazione anche molto attuale, perché noi viviamo in una cultura molto narcisista, dove ognuno è preoccupato di apparire, di essere al centro.
In quei giorni venne Giovanni il Battista, e predicava nel deserto della Giudea, dicendo: “Convertitevi, perché il Regno dei cieli è vicino. Egli infatti è colui del quale aveva parlato il profeta Isaia quando disse: Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri. E lui, Giovanni portava un vestito di pelli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi. Il suo cibo erano cavalette e miele selvatico. Allora Gerusalemme, tutta la Giudea e tutta la zona lungo il Giordano accorrevano a lui, e si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati.
Nella Terra Santa, il passaggio di Giovanni, il Battista, è ricordato da tre santuari
Il Battista è il precursore, colui che apre la strada al Salvatore. Ecco perché, io penso, i primi discepoli del Battista, come orientali, erano molto affezionati alla memoria dei luoghi della loro parentela o del loro maestro e quindi questo luogo fu venerato fin dagli inizi.
Il vangelo di Luca narra che sua madre Elisabetta, mentre era in cinta, ricevette la visita di sua cugina Maria, che era pure in cinta, e che Giovanni esultò di felicità nel seno materno quando ascoltò la voce di Maria. Questo evento è testimoniato da una singola chiesa che ricorda la visita. Secondo la tradizione, la casa di Zaccaria ed Elisabetta si trovava sopra le montagne della Giudea. Nel luogo esistono due chiese e tra le due scorre una fonte abbondante d'acqua. La prima di queste indica il luogo del saluto di Maria a Elisabetta.
Fr. GIOVANNI BISSOLI, ofm -In Memoriam
Ci sono delle grotte scavate per utilità delle famiglie, così anche qui nel Battista, e questo è il luogo di pellegrinaggio. Ora è aperto a tutte le nazioni. Nel tempo antico i primi che custodiscono questi luoghi santi sono i monaci armeni, quindi questa nazione che si è convertita in blocco prima ancora di Costantino, della pace costantiniana, sono anche attraverso i pellegrinaggi presenti a Gerusalemme, tanti santuari sul Monte degli Olivi e anche qui ad Ein Karem, sono mantenuti dai monaci armeni.
Un antico lezionario conservato in lingua georgiana che rimonta al secolo VII e VIII celebra il 28 agosto la memoria di Elisabetta, la giusta, nella città di Ein Karem. Secondo la tradizione, in questo luogo sarebbe anche nato San Giovanni Battista e una chiesa è stata costruita in memoria dei fatti che ci narra il vangelo di San Luca. Nel suo interno, a sinistra dell'altare centrale, è possibile vedere una piccola grotta dove è nato Giovanni Battista. Questa stessa chiesa esiste ancora oggi, anche se è stata preservata, ci sono ricordi che è stata trasformata in stalla dai musulmani per più di quattro secoli, fino a che i francescani, alla fine del secolo XVII, sono riusciti a prendersi cura del luogo. Il luogo che testimona la sua nascita ci riporta alla sua missione profetica, predetta nelle Sacre Scritture.
Fr ALESSANDRO CONIGLIO, ofm
Certamente il profeta per eccellenza, di cui Giovanni realizza in qualche modo la tipologia, è Elia, il grande profeta del tempo dei re: Elia è come Giovanni, veste un vestito di pelle, e una cintura di cuoio al fianco, così fa anche il suo aspetto fisico. Il profeta Giovanni Battista crea l'immagine del profeta Elia, ma anche nel suo messaggio.
Sappiamo che sia nel Libro del Siracide sia nel profeta Malachia di Elia si dice che lui viene per preparare i cuori dei padri verso i figli, per convertire nuovamente i cuori dei padri verso i figli e i cuori dei figli verso i padri e nel Vangelo, proprio questo si dirà anche di Giovanni. Nel Vangelo di Luca l'angelo dice a Zaccaria che il figlio che gli nascerà dovrà proprio avere questa missione di ricondurre i cuori dei padri ai figli e quelli dei figli ai padri, dunque Elia è in qualche modo il profeta per eccellenza di cui Giovanni realizza l'immagine.
Condurre i cuori all'Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo// Così Giovanni addita il Messia//Nell'incontro sulle rive del Giordano il compimento delle Scritture// Questo evento segna l'inizio del ministero messianico.
La vita del profeta è strettamente legata al deserto, luogo di vita ascetica // E alla luce della storia di Israele, luogo dove si trova la grazia di Dio // Dal deserto sarebbe venuto, secondo la profezia di Isaia, il precursore del Messia / /
Fr ALESSANDRO CONIGLIO, ofm
Tutti e tre i Vangeli sinottici ad esempio quando introducono la figura del Battista usano una citazione del profeta Isaia, Isaia 40,3: Voce di uno che grida nel deserto preparate la via del Signore, dunque Giovanni è anche come il profeta Isaia il grande annunciatore della consolazione per Israele, di colui che viene ad annunciare che il Signore sta venendo a redimere il suo popolo, a liberarlo dall'esilio, in questo caso l'esilio del peccato, la schiavitù del peccato per dare una nuova speranza al popolo di Israele.
Il terzo dei santuari dedicati al santo, l'eremo di San Giovanni nel Deserto, riafferma questo paradigma//Il luogo ricorda il luogo in cui trovò rifugio quando scampò alla strage degli Innocenti//Fanno parte del Santuario, la Grotta, la fontana e la tomba di Elisabetta.
La Chiesa si trova a 3 km da Ain Karem//I documenti storici supportano la sua veridicità in base al suo nome e alle sue rovine:
“Ain al_Habís” significa “fonte dell'eremita”: definizione quanto mai appropriata per la figura del precursore, prototipo degli eremiti. In questo luogo i crociati eressero, su quanto già esistente, una chiesa e un convento.
Fr ALESSANDRO CONIGLIO, ofm
C'è in questo luogo, quindi deserto in questo caso significa un luogo solitario e la tradizione
pone qui gli anni della preparazione al ministero pubblico di Giovanni, Giovanni dopo la strage degli innocenti probabilmente si rifugia qui con Elisabetta, questa è la tradizione perché qui i crociati conservavano anche una tomba venerata come la tomba di Elisabetta, la mamma di Giovanni e dopo la morte di Elisabetta Giovanni è vissuto qui da solo nella solitudine, in questo senso il deserto è servito a lui proprio come momento di preparazione per imparare ad ascoltare la voce di Dio nella sua vita per poterla poi trasmettere agli altri.
I luoghi custoditi dalla fede e dalla tradizione resistono al tempo e testimoniano agli uomini di oggi questa figura emblematica che ha ricevuto da Gesù stesso una forte definizione.
Fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista.
Fr ALESSANDRO CONIGLIO, ofm
Giovanni era una persona capace di dire la verità anche quando questa verità faceva male. Oggi c'è bisogno di profeti come Giovanni Battista, uomini che non solleticano le orecchie dei potenti ma che sanno proclamare la verità di Dio anche quando questa verità appare scomoda alle orecchie di chi ascolta.
La verità della quale era il precursore gli costò la vita. Oltre alle sue parole, la sua testimonianza rivelava la contraddizione che c'era nel cuore umano. Dopo il silenzio della prigione, il martirio, una vita iniziata straordinariamente per l'intervento del Cielo, non sarebbe finita neppure come un uomo comune.
Dà la vita per la vocazione ricevuta.
Nessuno può attribuire a se stesso se non ciò che gli è stato dato dal Cielo. Voi stessi siete testimoni che ho detto: Non sono il Cristo, ma sono stato mandato davanti a lui.
Lo sposo è colui al quale appartiene la sposa; ma l’amico dello sposo, che è presente e l’ascolta, esulta di gioia alla voce dello sposo. Ora questa mia gioia è piena. Lui deve crescere; io, invece, diminuire.
Fr. FRANCESCO PATTON. ofm
Custode di Terra Santa
Penso che anche tanti problemi che a volte ci sono nelle comunità sono legati proprio al fatto che non impariamo abbastanza da Giovanni Battista. E alla fine poi la nostra stessa vocazione anche di frati e per chi è sacerdote anche di sacerdoti è questa, è indicare Gesù presente, fare in modo che le persone lo incontrino, lo mettano al centro della propria vita, e dopo anche noi dobbiamo con molta serenità scomparire.
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San Nicola il Pellegrino è un ragazzo greco nato nel 1075, che quando aveva otto anni ha incontrato Gesù e vedendolo ha ricevuto da lui la preghiera del cuore. È Stato venerato santo dai cattolici ed è rimasto tale per circa nove secoli. Nel 2023, gli ortodossi greci d'Italia, lo hanno inserito nel proprio calendario liturgico. Un santo davvero ecumenico, che ha tanto da dire ai pellegrini che oggi vengono a Gerusalemme. La sua vita è scritta nel libro di Mons. Natale Albino, diplomatico della Santa Sede.