L’attesa è misericordia - Vivere l’Avvento con i Padri della Chiesa

2023-12-13 12:26:45
Luogo: Grotta di Giovanni Battista nel deserto Fr. ULISE ZARZA, ofm Carissimi fratelli e sorelle, il Signore vi dia pace. Ecco stiamo vivendo questo tempo di Avvento, e siamo già prossimi a celebrare il Natale del Signore. E in questo tempo la Chiesa ci ha invitato a fissare lo sguardo sulla duplice venuta del Signore: la prima venuta nell’umiltà della nostra carne e la seconda venuta quella che attendiamo nella gloria. E poiché parliamo di venuta, ecco dobbiamo prepararci, dobbiamo attendere con gioia, con speranza, soprattutto con fiducia, sapendo che il Signore viene. E in quest'occasione vorrei proporvi, per la vostra riflessione, un sermone di San Massimo, vescovo di Torino, che ha vissuto a cavallo tra il quarto e il quinto secolo. In questo sermone in preparazione al Natale, Massimo insegna ai suoi fedeli, e anche a noi, come dobbiamo prepararci alla festa, alla solennità del Natale. E dunque, parlando ai suoi fedeli, San Massimo di Torino dice: “perciò molti giorni prima, purifichiamo i nostri cuori, la nostra coscienza, il nostro spirito. E così, mondi e senza macchia, prepariamoci a ricevere l’immacolato Signore che viene. E come Egli nacque dalla Vergine Immacolata, così siano i servi immacolati a celebrare il suo Natale.” Massimo ci mette in guardia da una preparazione meramente superficiale di questo tempo Santo e ci dice che, anche se partecipiamo corporalmente alla festa del Natale, senza una buona preparazione, saremo spiritualmente ben lontani dal Salvatore. A questo punto, il nostro Autore, esorta i fedeli dicendo: “dunque fratelli, noi che siamo in attesa del Natale del Signore, ripuliamoci da ogni residuo di colpa”. Nel cammino verso il Natale, dunque, Massimo ci invita a prepararci in modo tale che possiamo accogliere i forestieri, ristorare le vedove, vestire i poveri. Il nostro sguardo, dunque, deve essere fissato sul Signore che viene incontro a noi, in ogni uomo e in ogni tempo, perché lo accogliamo nella fede, come dice un prefazio del tempo di Avvento. Inoltre, la preparazione alla quale ci invita questo Padre della Chiesa, ci porta a guardare chi è coperto di stracci, chi patisce la fame, chi soffre il freddo. Altrimenti, si chiede Massimo, quale sarebbe il valore della nostra preghiera? E per questo motivo ci esorta a imitare il Signore dicendo: ”se infatti egli vuole che i poveri siano insieme a noi, con noi partecipi della grazia celeste, perché non dovrebbero essere con noi partecipi dei beni terreni ? e non siano privi di nutrienti quelli che sono fratelli nei sacramenti” Ecco è molto interessante, colpisce questa frase, che usa il Vescovo di Torino, parlando dei nostri fratelli nei sacramenti. Sostiene che nello stesso modo in cui il Signore dona la sua grazia a tutti così anche noi siamo debitori di misericordia nei confronti dei più poveri. Per Massimo di Torino vegliare nell’attesa del Signore vuol dire essere adorni di misericordia, di opere di misericordia verso coloro che soffrono e far sì che le nostre lampade siano accese con l’olio della misericordia e così accogliere il Signore che viene. Pertanto, per Massimo c’è una venuta intermedia del Signore che è la sua venuta nei poveri . Tra la prima venuta nella carne e la seconda venuta nella gloria, ci sono i poveri, c’è il Signore che viene a noi nella persona del povero, di colui che soffre. Allora, prepariamoci per questo Natale accogliendo il Signore che ci visita tramite queste persone che hanno più bisogno, che sono in povertà, che patiscono la fame, non soltanto con una preghiera, ma soprattutto con un aiuto materiale per ciascuno di loro. E insieme con la Chiesa, attendiamo il Signore e diciamo: “Maranatha, vieni, Signore Gesù”.
Ad ogni passo, ad ogni battito: San Nicola il Pellegrino
Ad ogni passo, ad ogni battito: San Nicola il Pellegrino

San Nicola il Pellegrino è un ragazzo greco nato nel 1075, che quando aveva otto anni ha incontrato Gesù e vedendolo ha ricevuto da lui la preghiera del cuore. È Stato venerato santo dai cattolici ed è rimasto tale per circa nove secoli. Nel 2023, gli ortodossi greci d'Italia, lo hanno inserito nel proprio calendario liturgico. Un santo davvero ecumenico, che ha tanto da dire ai pellegrini che oggi vengono a Gerusalemme. La sua vita è scritta nel libro di Mons. Natale Albino, diplomatico della Santa Sede.