La nostra storia è una storia d'amore Così sono in Terra Santa i frati, figli di San Francesco La loro storia è iniziata con l'amore per il Creatore e si è estesa all'amore per la creazione Soprattutto per coloro che sono i più piccoli e più bisognosi di attenzioni e cure Con i figli della Custodia di Terra Santa e con padre Ibrahim Feltz, in soccorso della popolazione di Gaza ferita dagli orrori di una guerra devastante. Servizio, sacrificio e donazione Perché la nostra storia è una storia d'amore

Via Crucis sulla Via Dolorosa nella città vecchia di Gerusalemme, insieme ai frati francescani della Custodia di Terra Santa.

Dalla luce alla penombra… come Cristo, al momento della decisione di intraprendere il cammino della croce. La medesima sensazione che sperimenta anche Barluzzi durante la costruzione della suggestiva Basilica del Getsemani.

“E se osserverai queste cose, da parte di Dio onnipotente ti prometto la vita eterna”

Siamo in Galilea, a Cafarnao, nella città di Gesù. E oggi Vi invito a visitare il luogo dove Gesù ha lasciato la propria impronta e a rileggere con me gli avvenimenti che qui sono successi.

Omelia della messa al convento francescano del Cenacolino per la festa del Corpus Domini a Gerusalemme.

Omelia per la solennità del Corpus Domini 2023 S.B. PIERBATTISTA PIZZABALLA - Patriarca di Gerusalemme dei Latini

Dal Santuario del Magnificat ad Ein Karem, alle porte di Gerusalemme, Don Francesco Piazzolla, riflette su Maria. E’ Lei che ha il primato della fede, che con la sua vita canta e celebra la Gloria di Dio

Dalla Basilica della Dormizione sul Monte Sion a Gerusalemme, Don Francesco Piazzolla, riflette su Maria immagine della Chiesa. Maria in quanto Vergine e Madre e’ modello della Chiesa, e la Chiesa è chiamata a imitare le sue virtù.

Apparentemente la presenza di Gerusalemme nella Torà, o Pentateuco, è nulla; infatti, non vi compare alcuna sua citazione, ma soltanto a partire dal libro di Giosuè, dove in 10,1 viene ricordato il nome di un re di Gerusalemme: Adoni-Zedeq.

La storia di Padre Pietro Felet, una vita a servizio della Terra di Gesù.

Omelia della Messa solenne con la Professione Solenne dei Frati Francescani presieduta da Fr. Francesco Patton, ofm, Custode di Terra Santa nella Chiesa di San Salvatore, Gerusalemme.

Non c'è atto liturgico, atto di adorazione che possa sostituire il perdono che dobbiamo concedere ai nostri fratelli e sorelle. Quindi è assurdo che, tante volte, ci presentiamo davanti all'Eucaristia in questo modo: lontani dai nostri fratelli che non abbiamo perdonato, per non dover dare loro pace. Sì, è importante che stiamo, davanti al Signore, riconciliati.

“E non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal Male…”. Dopo aver chiesto la remissione dei nostri peccati, ora chiediamo al Signore di aiutarci a non cadere di nuovo nelle trappole del Maligno, di non voltare le spalle a Nostro Signore, perché la vita è piena quando siamo in comunione con Dio.

Gesù ci ha detto: "Non affannatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo? Di tutte queste cose si preoccupano i pagani (...)” “Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta” Matteo 6, 31-33.

Impariamo da Cristo a obbedire, a ringraziare il Signore per tutto il bene che ci dona, anche quando si tratta di entrare nella Sua volontà e quella volontà ci sembra assurda. Ci sono momenti nella vita in cui, a causa di una malattia, dei un dolore, di una persecuzione, di un lutto, ci sembra tanto difficile entrare nella Sua volontà. Siamo arrivati ​​al punto in cui ci sentiamo obbligati a chiedere a Dio di cambiare la sua volontà, istintivamente chiediamo al Padre di cambiare i suoi progetti… Sappiamo che Gesù stesso ha vissuto questa difficoltà. Non dimentichiamo che Gesù ha pregato il Padre nel Getsemani dicendo: "Padre mio, se questo calice non può passare via senza che io lo beva, sia fatta la tua volontà!"

Quando Gesù ha cominciato il suo ministero l'ha fatto ripetendo le parole di Giovanni Battista: Convertitevi, perché il “regno dei cieli e’ vicino”. Il regno di Dio è venuto o no? Se è venuto, che senso ha continuare a chiedere che venga? E se non è venuto, quelle è stata l'utilità del ministero di Gesù?

Santificare il Nome di Dio. Santificare significa essenzialmente “mettere da parte, dedicare a Dio” o nei confronti di ciò che è già santo, “riconoscere come santo” qualcuno o qualcosa e quindi averne un grande rispetto. Quando si chiede che sia santificato il nome di Dio, che già è santo, si intende quindi “sia riconosciuto come santo, sia magnificato e glorificato il nome di Dio, cioè Dio stesso”.

Gesù ci ha insegnato a rivolgerci a Dio chiamandolo “Padre Nostro che sei nei cieli”. Queste parole esprimono al tempo stesso la vicinanza (Padre Nostro) e l'immensità di Dio (che sei nei cieli), l'affetto verso di lui e la gloria dovuta. Per noi è al tempo stesso vicino (Padre) e immenso (Signore del cielo e della Terra). Dalla coscienza di essere figli di Dio, nasce la nostra pretese di essere ascoltati.

Le parole che usiamo quando preghiamo dicono molto sulla nostra percezione di Dio e di noi stessi. Nella preghiera che Gesù ci ha insegnato, impariamo a pensare Dio come padre e a vedere noi stessi come suoi figli. L’orazione del Padre Nostro è la preghiera di coloro che sanno di essere figli di Dio.

Corso di aggiornamento biblico-teologico 2022 “La Sapienza” Studium Biblicum Franciscanum

Corso di aggiornamento biblico-teologico 2022 “La Sapienza” Studium Biblicum Franciscanum Prima Conferenza Prof. S. Salvatori - La sapienza e lo Spirito in S. Paolo

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