Ricordiamo i nostri cari che ci hanno lasciato con la speranza della risurrezione!
2024-11-04 06:37:54
In un momento di unione spirituale con i propri cari addormentati nella speranza della risurrezione, i fedeli si sono riuniti il 2 novembre nella chiesa del Monastero di San Salvatore a Gerusalemme, per commemorare la loro memoria e pregare per loro.
Fr. AMJAD SABBARA, ofm
Parroco della Chiesa Latina - Gerusalemme
Nell'Antico Testamento, nel Libro dei Maccabei, è menzionato che quando offriamo le preghiere per i nostri fratelli defunti, Dio le accoglie e i loro peccati sono perdonati. Questo è il ruolo della Chiesa e della famiglia in questo giorno. Preghiamo durante la Santa Messa e diciamo: "O Signore, non guardare ai nostri peccati, ma alla fede della tua Chiesa," ovvero la fede della Chiesa che purifica i nostri peccati attraverso il sacrificio del Cristo vivente.
L'Eucaristia è stata presieduta da Fr. Amjad Sabbara, parroco della chiesa Latina di Gerusalemme, con la partecipazione del Vicario Custodiale, Padre Ibrahim Faltas e dei frati della Custodia.
Durante l’omelia Fra Sabbara ha sottolineato che ciò che ci qualifica a sederci alla mensa celeste e mangiare il corpo di Cristo e bere il suo sangue, cioè ricevere la Santissima Comunione, è servire la vita di coloro che Dio stesso pone davanti a noi. Ricordando le parole di Cristo: “Perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e mi avete dato da bere”.
Subito dopo la Messa, i sacerdoti e i fedeli hanno partecipato alla solenne processione tradizionale verso il Monte Sion. Recitando preghiere e cantando inni religiosi, i partecipanti, guidati dai sacerdoti, hanno camminato insieme fino alle tombe dei sacerdoti e dei laici. In ognuno di esse si è tenuta una preghiera, seguita dalla benedizione delle tombe, l’incensazione e l'aspersione dell’acqua santa.
Fr. IBRAHIM FALTAS, ofm
Vicario della Custodia di Terra Santa
Come si può osservare, tutti i frati si riuniscono per pregare qui e questa è la spiritualità francescana, che insegna ad accogliere con gioia la morte, proprio come ha fatto San Francesco. I frati francescani continuano ad accompagnare le “pietre vive” non solo durante la vita, ma anche dopo la morte."
All’interno del cimitero, tutti i tesori e le tentazioni del mondo si nascondono dietro la domanda di Cristo: «Che giova infatti all'uomo guadagnare il mondo intero, se poi perde la propria anima?». Dobbiamo sapere che Dio non ci chiederà conto, quando il calice della vita si svuoterà, di ciò che abbiamo nelle mani, ma piuttosto di ciò che è nel nostro cuore.
La consolazione del credente è la speranza della risurrezione e la consapevolezza che la sua vita è un pellegrinaggio verso il suo Creatore, come ha espresso uno dei fedeli deponendo i fiori sulla tomba di una persona cara.
KHADER RAE’D
Gerusalemme
Oggi siamo venuti a visitare i defunti e abbiamo messo fiori sulle tombe, poiché simboleggiano la gioia che avremo per i nostri cari alla tavola celeste.
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