La Domenica delle Palme a Gerusalemme
2020-04-06 10:13:09
Anche a Gerusalemme, come in tutto il mondo, la Settimana Santa quest’anno inizia a porte chiuse.
La mattina della Domenica delle Palme è Mons. Pierbattista Pizzaballa, Amministratore Apostolico del Patriarcato latino di Gerusalemme, ad entrare nella Basilica del Santo Sepolcro, insieme a pochi celebranti e alla comunità francescana che vive al suo interno.
Il numero dei presenti è ridotto, ma la grandezza e l’importanza della celebrazione sono le stesse: la s.messa è preceduta dalla processione con le Palme attorno all'Edicola del Santo Sepolcro.
S.E. Mons. PIERBATTISTA PIZZABALLA, ofm
Amministratore Apostolico del Patriarcato Latino di Gerusalemme
"Come nelle altre esperienze di questi ultimi giorni dove è tutto chiuso, tutto fermo, c’è un aspetto bello ma anche uno lacerante. L’aspetto bello è che è tutto più calmo, i ritmi sono più lenti, puoi gustare anche la preghiera in maniera forse più profonda. Dall’altro lato però sei diviso dentro perchè non c’è la gente. Fare l’Eucaristia senza la comunità cristiana è un’ Eucaristia “monca”, se si può dire cosí. E’ un modo molto strano, molto diverso - al quale siamo impreparati, devo dirlo - di celebrare la Pasqua e l’Eucaristia."
Nella chiesa del Patriarcato Latino di Gerusalemme la messa in arabo a porte chiuse presieduta da Mons. Giacinto Marcuzzo è stata trasmessa in diretta dal Christian Media Center e seguita da migliaia di fedeli anche attraverso Palestine TV.
Intanto, per le strade della città vecchia di Gerusalemme Fr. Amjad Sabbara, che guida la parrocchia di San Salvatore, distribuisce i rami di ulivo e benedice i fedeli del quartiere cristiano.
Fr. AMJAD SABBARA, ofm
Parroco parrocchia San Salvatore - Gerusalemme
"Il Signore ci mette di fronte ad una situazione che ha vissuto: anche lui era sulla barca, in mezzo alla tempesta. Ma penso che il ramo di ulivo, quando è stato portato dalla colomba dopo il diluvio, era segno che tutto non era finito: è lo stesso segno che stiamo dando oggi per iniziare la Settimana Santa."
In questa giornata si ricorda l’entrata trionfale di Gesù a Gerusalemme, prima della sua Passione e Resurrezione. Negli occhi di tutti c’è la processione della moltitudine di cristiani locali e di pellegrini che ogni anno ripercorrono il cammino del Salvatore dal Santuario di Betfage, scendendo dal Monte degli Ulivi, fino Gerusalemme. E’ questa una delle celebrazioni più grandi della Terra Santa, che riunisce migliaia di persone.
E proprio da Betfage i frati della Custodia di Terra Santa ci inviano il video della celebrazione svoltasi qui in questa particolare Domenica delle Palme.
Fr. IVAN TUČIĆ, ofm
Superiore santuario di Betfage
"Se non è possibile percorrere questa strada santa per noi cristiani penso che dobbiamo seguire Gesù spiritualmente. Questo significa che la nostra vita quotidiana si dovrebbe svolgere davanti agli occhi di Gesù."
Ancora il Monte degli Ulivi è protagonista nel pomeriggio: Mons. Pizzaballa sale al santuario del Dominus Flevit, dove si fa memoria del pianto di Gesù sulla città. Gerusalemme è di fronte agli occhi del suo vescovo, che qui ha voluto tenere un particolare momento di preghiera - a cui ha partecipato anche Fr. Francesco Patton, Custode di Terra Santa - per tutti coloro che stanno soffrendo a causa della Pandemia di Coronavirus.
Al termine della preghiera, il gesto più toccante: la benedizione della Città Santa con la reliquia della Santa Croce.
S.E. Mons. PIERBATTISTA PIZZABALLA, ofm
Amministratore Apostolico del Patriarcato Latino di Gerusalemme
"La città è chiusa, il mondo è chiuso: dobbiamo restare aperti noi. Con il cuore innanzitutto, con le intenzioni, con la preghiera: la preghiera può superare i confini che l’uomo ha. Innanzitutto i confini interiori, propri, personali: ciascuno ha le sue barriere. E poi anche le barriere fisiche che in questo momento ci sono a causa di tutte queste limitazioni. E’ l’unico modo che abbiamo: nell’attesa però. Perchè i cristiani celebrano la Speranza."
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