Gerico: L’incontro di Gesù con Bartimeo e Zaccheo - Chiesa del Buon Pastore

2024-04-19 13:11:47
Fr. MARIO HADCHITI, ofm Parroco e Superiore del Buon Pastore - Gerico Pace e bene, siamo a Gerico nel convento francescano della Chiesa del buon Pastore. Andiamo a vedere cosa ha fatto Antonio Barluzzi con i frati francescani più di ottocento anni che ci troviamo qui in Terra Santa! Andiamo! Fr. MARIO HADCHITI, ofm Parroco e Superiore del Buon Pastore - Gerico Siamo dentro la piccola, ma molto accogliente, chiesa francescana dedicata al buon Pastore, che in quest’anno festeggia il centenario. L’idea dell’architetto Barluzzi è stata di utilizzare le finestre come una Biblia Pauperum sugli episodi evangelici ambientati in questa zona. Così progetta di illuminare l’abside con tre monofore a vetrate artistiche che narrano, in successione, l’arrivo a Gerico di Gesù con i suoi discepoli, il suo incontro con Bartimeo il cieco, e infine la conversione del pubblicano Zaccheo. La piccola chiesa parrocchiale, nella quale i cristiani si dedicano alla preghiera e ad una serie di attività sociali, è anche un santuario e meta di pellegrinaggio di tantissimi fedeli, data la sua importanza storica. Situata in posizione strategica, a circa 45 km da Gerusalemme, lungo la valle del Giordano, nella depressione del Mar Morto, Gerico è una delle citta piu antiche del mondo e sede di molti episodi biblici straordinari. È qui che i figli di Israele, guidati da Giosuè, attraversarono il vicino fiume per entrare nella Terra Promessa e fecero crollare le poderose mura portando l’Arca in processione al suono delle trombe. È qui che il profeta Elia fu rapito in cielo. È qui che Eliseo risanò le acque con il sale restituendo la sorgente pulita agli abitanti tanto che i cristiani ortodossi hanno edificato la chiesa di Sant’Ireneo per trasmetterne la memoria. Il vangelo ci testimonia che Gesù, nel suo cammino verso Gerusalemme, decise di seguire proprio la strada che attraversa l’oasi di Gerico, sui sentieri della storia religiosa del suo popolo. Dopo aver sostato in preghiera quaranta giorni nel deserto e affrontato la tentazione, scese nella città, dove fu accolto da una grande folla. In questa moltitudine, gli evangelisti scelgono di mettere a fuoco la storia personale di due uomini. Fr. MARIO HADCHITI, ofm Parroco e Superiore del Buon Pastore - Gerico Gerico è portatrice di un messaggio importantissimo. Gesù passa da Gerico per andare verso Gerusalemme e lungo questa strada molto frequentata incontra tanta gente. Dio ci cerca sempre sulla strada della vita, ma anche l'uomo ha un ruolo nel rispondere a Dio, nel trovarlo, come hanno fatto Bartimeo e Zaccheo. Posso dire che Gerico rappresenta la nostra vita! Nella nostra vita c'è la tentazione, c'è la solitudine, c'è la cecità, ci sono tanti problemi. E questo vuol dire che senza Dio non possiamo fare nulla. Gesù, incontrando l'uomo solo e sofferente, ha voluto dare un sollievo a tutti noi. Il primo episodio è quello del cieco Bartimeo, che ci serve come esempio: non mollare mai quando Gesù passa per la nostra strada. Fr. MARIO HADCHITI, ofm Parroco e Superiore del Buon Pastore - Gerico Dunque, quando gridava la gente lo invitava a tacere: Stai zitto, sei un cieco, sei un mendicante, sei un nulla. Non disturbare il Maestro. Invece Gesù ha ascoltato il suo grido perché ha chiesto la cosa essenziale: “Gesù, Figlio di Davide, abbi pietà di me”. Per questo tutti noi dobbiamo chiedere la stessa cosa Dio, abbi pietà di me. E la misericordia, Dio non può rifiutarla a nessuno. Per questo, in mezzo alla folla Gesù si è fermato solo per lui. E la cosa più importante anche su cui riflettere: era un cieco, però era ricco perché era illuminato spiritualmente. Prima di tutto ha chiamato e ha confessato chi è Gesù: il figlio di Davide! Bartimeo ci insegna che dobbiamo pregare sempre, principalmente quando siamo nell’angoscia e nell'oscurità. L’altro episodio è quello di Zaccheo: un pubblico peccatore. Gesù entra nella sua casa e con la sua presenza porta la gioia all'uomo che aveva soltanto soldi, potere e ruolo, ma mancava del bene più prezioso: Gesù, l’unico essenziale. Fr. MARIO HADCHITI, ofm Parroco e Superiore del Buon Pastore - Gerico Zaccheo aveva sia problemi personali che sociali. Sociali: A causa della folla non poteva incontrare Gesù. E i problemi personali: era basso di statura. Dunque, cosa ha fatto? Si è dato uno slancio. Ha fatto uno sforzo per salire sull'albero! Cosa vuol dire salire sull'albero? Vuol dire trovare un mezzo per superare le nostre difficoltà quotidiane, con lo scopo di incontrare Gesù. Perché dopo che Zaccheo ha incontrato Gesù, è sceso tutto contento, diverso da come è salito. Un uomo che secondo Fra Mario, fa un salto di qualità nella sua vita come uomo. Si pente dei suoi peccati, si umilia e vuole restituire agli uomini quel che ha preso di più. Fr. MARIO HADCHITI, ofm Parroco e Superiore del Buon Pastore - Gerico Il messaggio di Gerico ci dice che non dobbiamo mai vivere senza Gesù, perché Lui ci dà la vita, la gioia, la dignità umana. Zaccheo era escluso dalla comunità. Gesù si è fermato proprio per lui. E oggi si ferma proprio per te! Non aver paura di incontrare Gesù! Perché Lui cambia la nostra vita e ci dà l’essenziale: la nostra dignità di figli di Dio. Dio non vuole degli schiavi, vuole dei figli. Per questo sia Bartimeo sia Zaccheo ci dicono che quando Dio passa nella nostra vita, dobbiamo fare noi la nostra parte. E da questa piccola comunità cristiana, riunita intorno a Gesù il Buon Pastore, possiamo imparare l’arte della piccolezza ma anche della freschezza evangelica che Cristo ci dona sempre nell’ascolto della sua Parola.
Ad ogni passo, ad ogni battito: San Nicola il Pellegrino
Ad ogni passo, ad ogni battito: San Nicola il Pellegrino

San Nicola il Pellegrino è un ragazzo greco nato nel 1075, che quando aveva otto anni ha incontrato Gesù e vedendolo ha ricevuto da lui la preghiera del cuore. È Stato venerato santo dai cattolici ed è rimasto tale per circa nove secoli. Nel 2023, gli ortodossi greci d'Italia, lo hanno inserito nel proprio calendario liturgico. Un santo davvero ecumenico, che ha tanto da dire ai pellegrini che oggi vengono a Gerusalemme. La sua vita è scritta nel libro di Mons. Natale Albino, diplomatico della Santa Sede.