Documenti inediti presentati alla chiusura del centenario del Monte Tabor e del Getsemani

2024-11-22 11:05:14
In occasione del centenario delle Basiliche del Tabor e del Getsemani, è stato organizzato un evento presso il Convento di San Salvatore a Gerusalemme, durante il quale sono stati presentati per la prima volta al pubblico rari documenti storici e preziosi tesori artistici provenienti dagli Archivi della Custodia di Terra Santa. Fr. NARCYZ KLIMAS, ofm Professore di Storia della Chiesa e della Custodia di Terra Santa Si tratta di due documenti storici che confermano la nostra proprietà a Getsemani. Nel 1681, i fratelli Brankovic acquistarono il terreno dalla corte islamica di Gerusalemme, che includeva un giardino con otto alberi molto antichi. Questo acquisto fu successivamente ratificato tramite un firmano del Sultano di Istanbul, che confermò ufficialmente la proprietà. Un altro documento fondamentale è quello relativo al Monte Tabor, una copia estratta dalla cronaca di Terra Santa del 1631, che attesta come Emiro Druso Fakhreddin avesse ceduto ai frati la proprietà della cima del Monte. In questo modo, i francescani avevano il diritto di partecipare, pregare e accogliere i pellegrini sul Monte. Questo atto fu successivamente confermato, dieci anni dopo, da un altro firmano del sultano Ibrahim, in cui si afferma esplicitamente che i francescani erano effettivamente presenti sul Tabor e ne detenevano la proprietà. Per Vincenzo Zuppardo, curatore dell'esposizione, presentare questi documenti speciali significa evidenziare l'accuratezza con cui il team del centenario ha lavorato durante l'intero anno alla scoperta delle Basiliche. VINCENZO ZUPPARDO Architetto - Comitato organizzativo del centenario Questo è stato un anno intensissimo, caratterizzato da eventi, celebrazioni liturgiche, mostre, concerti e conferenze che hanno segnato il percorso di ricerca e studio sulle due importanti basiliche. Un anno dedicato anche ad approfondire la conoscenza di questi luoghi, con l’obiettivo di condividere con quante più persone possibile l’esperienza profonda dei temi legati alla Terra Santa. Un anno segnato da numerose sfide e situazioni che hanno flagellato la Terra Santa, ma trovare un senso in tutto ciò ci è stato reso possibile grazie a Fra Alessandro Coniglio, che ci ha aiutato a guardare oltre le macerie e le difficoltà, invitandoci a scoprire ciò che davvero conta. Fr. ALESSANDRO CONIGLIO, ofm Professore Studium Biblicum Franciscanum Ha senso celebrare, perché non stiamo solo commemorando la costruzione di due grandi edifici che testimoniano la bellezza e l'arte ispirata dal cristianesimo, ma stiamo anche celebrando il protagonista principale, il mistero cristiano che è Gesù di Nazareth. Questi due santuari, che simboleggiano la luce del Tabor e l'oscurità del Getsemani, vissuti prima di tutto da Gesù, ci ricordano che ogni oscurità, ogni tenebra della nostra vita è stata già assunta dal Figlio di Dio e vinta nella sua morte di croce. Il messaggio che questi santuari continueranno a trasmettere, anche al termine di questa celebrazione centenaria, è proprio questo: avvicinare l'uomo al mistero di Gesù Cristo. E per avvicinarci alla bellezza e alla contemplazione del Mistero di Cristo, Salvatore dell'umanità, la maestria dell'Istituto Magnificat della Custodia di Terra Santa ci ha offerto un concerto che ha unito l'organo, gli archi e i fiati. Un'esperienza musicale che, attraverso l'arte, ci ha permesso di entrare più profondamente nel mistero della nostra fede.
Ad ogni passo, ad ogni battito: San Nicola il Pellegrino
Ad ogni passo, ad ogni battito: San Nicola il Pellegrino

San Nicola il Pellegrino è un ragazzo greco nato nel 1075, che quando aveva otto anni ha incontrato Gesù e vedendolo ha ricevuto da lui la preghiera del cuore. È Stato venerato santo dai cattolici ed è rimasto tale per circa nove secoli. Nel 2023, gli ortodossi greci d'Italia, lo hanno inserito nel proprio calendario liturgico. Un santo davvero ecumenico, che ha tanto da dire ai pellegrini che oggi vengono a Gerusalemme. La sua vita è scritta nel libro di Mons. Natale Albino, diplomatico della Santa Sede.