I cattolici celebrano l’Ascensione del Signore a Gerusalemme

2016-05-05 13:09:15
Quaranta giorni dopo la resurrezione del Signore, i francescani di Terra Santa si sono riuniti in questa cappella, situata sul Monte degli Ulivi, sopra l’antico villaggio di Betania, per celebrare l’ascensione di Gesù al cielo. La cappella che conserva la memoria di questo avvenimento si trova in una proprietà musulmana, accanto ad una moschea e questa è l’unica occasione dell’anno in cui i cattolici vi possono celebrare una liturgia. Sono state montate delle tende in prossimità dell’edicola dell’ Ascensione, che si sono riempite della presenza di fedeli locali, di religiosi e pellegrini. Suor MIRIAM FERNANDO Salesiana – Sri Lanka “Sono molto felice di essere qui. Per me è una benedizione poter fare esperienza diretta dell’Ascensione del Signore. Quando sono entrata qui ho sentito davvero che un giorno tutti noi saremo insieme in cielo”. L’ episodio narrato dall’evangelista Luca, segna il momento in cui Gesù è asceso dalla terra al cielo, dinanzi ai Suoi apostoli. Immediatamente all’inizio della santa messa, celebrata nell’edicola, la roccia che si trova al suo interno è stata incensata. Nell’omelia, il Vicario della Custodia di Terra Santa, P. Dobromir Jasztal, ha spiegato come nel primo secolo la Chiesa celebrava in un unico momento Resurrezione, Ascensione e Pentecoste mentre, con il passare del tempo, le celebrazioni sono state separate. P. DOBROMIR JASZTAL, ofm Vicario della Custodia di Terra Santa “Da quel momento i discepoli comprendono il mistero del Regno di Dio e comprendono la missione di Gesù, comprendono la buona novella, il messaggio che Gesù ha lasciato loro perché diffondessero la fede, la buona novella in tutto il mondo. E solo dopo l’Ascensione Gesù agisce, rimane sempre vivo nei loro cuori, rimane vivo nella loro missione. Però, comprendono già la profondità del Suo mistero”. La celebrazione è iniziata il giorno precedente con l’entrata solenne del vicario della Custodia e con la recita dei vespri da parte dei francescani. All’ interno della piccola edicola, si trova la roccia dell’ascensione, sulla quale si può ancora vedere l’ impronta . Secondo la tradizione cristiana, infatti, Gesù si sarebbe trovato in questo luogo prima di ascendere al cielo. Fr. ALESSANDRO CONIGLIO, ofm Studium Biblicum Franciscanum “Dunque è in qualche modo il testamento che Gesù ci ha lasciato, l’ultima testimonianza della sua presenza fisica in mezzo a noi . Adesso Lui continua ad essere in mezzo a noi . Come dico spesso ai pellegrini quando veniamo in questo luogo, Gesù asceso al cielo non vuol dire che Gesù ci ha abbandonato. Gesù è ancora più presente in mezzo a noi, perché la sua presenza adesso è una presenza ancora più intima per ciascuno di noi”. Le ultime parole di Cristo in Terra sono state una promessa, la promessa che avrebbe mandato lo Spirito Santo per dare ai suoi discepoli la forza di essere Suoi testimoni nei quattro angoli del mondo. Suor ADRIANA SILVA Salesiana Figlia di Maria Ausiliatrice - Uruguay “Specialmente ora che stiamo aspettando la festa della Pentecoste, venire qui ci ricorda anche che il Signore ci manderà il Suo Spirito per essere con noi tutti i giorni fino alla fine dei tempi. Possano i cristiani nel loro quotidiano fare del bene, vivere il vangelo, avere la certezza di non essere soli, ma che il Signore li accompagna, dà loro forza, li sostiene”. Anche se la festa dell’ascensione ricorda un avvenimento, cioè l’ascesa di Gesù al cielo, evidenzia però anche una parte della narrazione che ancora non si è compiuta. Lo stesso Gesù infatti che è asceso al cielo dinanzi ai suoi discepoli più di duemila anni fa, un giorno tornerà.
Ad ogni passo, ad ogni battito: San Nicola il Pellegrino
Ad ogni passo, ad ogni battito: San Nicola il Pellegrino

San Nicola il Pellegrino è un ragazzo greco nato nel 1075, che quando aveva otto anni ha incontrato Gesù e vedendolo ha ricevuto da lui la preghiera del cuore. È Stato venerato santo dai cattolici ed è rimasto tale per circa nove secoli. Nel 2023, gli ortodossi greci d'Italia, lo hanno inserito nel proprio calendario liturgico. Un santo davvero ecumenico, che ha tanto da dire ai pellegrini che oggi vengono a Gerusalemme. La sua vita è scritta nel libro di Mons. Natale Albino, diplomatico della Santa Sede.