Cafarnao - La città di Gesù
2023-09-28 12:01:55
Fr. FABIO INACIO, ofm
Responsabile di Cafarnao
“Avendo intanto saputo che Giovanni era stato arrestato, Gesù si ritirò nella Galilea e, lasciata Nazaret, venne ad abitare a Cafarnao, presso il mare. Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino». Mentre camminava lungo il mare di Galilea vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano la rete in mare, poiché erano pescatori. E disse loro: «Seguitemi, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito, lasciate le reti, lo seguirono. Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo di Zebedeo e Giovanni suo fratello, che nella barca insieme con Zebedeo, loro padre, riassettarono le reti; e li chiamò. Ed essi subito, lasciata la barca e il padre, lo seguirono.
La prima cosa che possiamo imparare da questo testo è che la preghiera viene prima di ogni annuncio e di ogni opera. Gesù si mette a pregare e poi la sua preghiera diventa annuncio del Regno dei cieli. Più avanti il testo dice: “Subito lasciarono tutto per seguire Gesù”. Gesù qui ha chiamato i suoi discepoli a diventare pescatori di uomini.
Questa è la chiamata che Gesù fa a ciascuno di noi ad uscire dalla nostra vita abituale, dalla nostra realtà e andare oltre per fare qualcosa di nuovo. Qui dal Mar di Galilea è stata fatta la chiamata ai primi Apostoli e oggi lui si rivolge a noi.
Gesù ha detto: seguimi, vieni! Ma sei disposto a lasciare che Cristo cambi il corso della tua vita? Sei disposto a lasciare la rete dell'autocompiacimento, del tumulto interiore per unirti a questa chiamata, a questa nuova vita?
Il Mar di Galilea è vivo ancora oggi. Probabilmente non e’ la stessa acqua che Gesù ha toccato, o su cui ha camminato. Ma è lo stesso posto, lo stesso lago! Il paesaggio di questo territorio è lo stesso del tempo di Gesù!
A Cafarnao troviamo anche la casa di Pietro recentemente scoperta. Ricordiamo in questa Chiesa l'episodio della guarigione del paralitico.
IL PARALITICO GUARITO NELLA CASA DI PIETRO
Ed entrò di nuovo a Cafarnao dopo alcuni giorni. Si seppe che era in casa e si radunarono tante persone, da non esserci più posto neanche davanti alla porta, ed egli annunziava loro la parola. Si recarono da lui con un paralitico portato da quattro persone. Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dov'egli si trovava e, fatta un'apertura, calarono il lettuccio su cui giaceva il paralitico. Gesù, vista la loro fede, disse al paralitico: «Figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati».
Fr. FABIO INACIO, ofm
Responsabile di Cafarnao
"Gli portarono un paralitico, trasportato da quattro uomini, ma avvicinandosi a causa della folla scoperchiarono il tetto sopra il luogo dove si trovava e, fatto un'apertura, lo passarono attraverso...
E allora hanno portato un paralitico, come? Trasportato da altri quattro uomini e siccome non c’era modo di entrare in casa, allora hanno scoperchiato il tetto, fatto di paglia e hanno calato il paralitico esattamente dove si trovava Gesù.
E come è avvenuta la guarigione? Come è avvenuto il miracolo a quest'uomo paralitico? “Figlio, i tuoi peccati ti sono perdonati”. Gesù è l'unico capace di liberare una volta per tutte la persona umana. E libera non solo il fisico, ma anche lo spirito, dell’anima. E quell'uomo che è arrivato qui portato dagli altri è potuto andare via camminando, davanti a tutti. Tutti hanno visto e hanno testimoniato il miracolo di Gesù! La sua presenza e il suo perdonare i peccati hanno reso quell'uomo libero.
E oggi sono le tante “paralisi” che ci impediscono di vivere come persona, di migliorare, di essere un padre migliore o un figlio migliore. Ma oggi possiamo chiedere al Signore: guariscimi Signore, liberami da questo male, da questa paralisi!
Siamo a Cafarnao, la città dove Gesù ha compiuto tanti miracoli. E per guarire questo male della paralisi nelle nostre vite, possiamo chiedere: Guariscimi, liberami Signore. Noi qui nella casa di Pietro, tu nella tua casa, dal luogo dove ci stai guardando, da dove ci ascolti, supplica il Signore: “Liberami da questa paralisi, da questa situazione che sta paralizzando la mia vita”. " Mc 2, 1-5
E anche oggi tanti sono i pellegrini che possono vivere la meravigliosa esperienza di toccare questo luogo santo, con l'aiuto dei frati francescani che vigilano e che si prendono cura di Cafarnao, la città di Gesù.
Un’altro ritrovamento archeologico importante da segnalare è la monumentale sinagoga, testimone di numerose predicazioni e prodigi. Gesù qui predicava, guariva, parlava e consigliava. È il luogo in cui veniva spesso, soprattutto il sabato, come ci racconta il Vangelo.
"Andarono a Cafarnao e, entrato proprio di sabato nella sinagoga, Gesù si mise ad insegnare. Ed erano stupiti del suo insegnamento, perché insegnava loro come uno che ha autorità e non come gli scribi. Allora un uomo che era nella sinagoga, posseduto da uno spirito immondo, si mise a gridare: «Che c'entri con noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci! Io so chi tu sei: il santo di Dio». E Gesù lo sgridò: «Taci! Esci da quell'uomo». E lo spirito immondo, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Una dottrina nuova insegnata con autorità. Comanda persino agli spiriti immondi e gli obbediscono!». La sua fama si diffuse subito dovunque nei dintorni della Galilea." (Mc 1,21-28)
Fr. FABIO INACIO, ofm
Responsabile di Cafarnao
Il primo miracolo di Gesù è riuscire a stupire le persone per le sue parole perché lui parlava con autorità e non come le parole degli scribi, delle autorità religiose del suo tempo, e perché allora tanta ammirazione? Di cosa
Gesù ha parlato? Quali erano queste parole? Gesù parla della sua esperienza personale con il Padre. Gesù non ha ripetuto le parole degli scribi o delle autorità religiose, mentre gli scribi parlavano di se stessi.
Quando annunciamo, testimoniamo la nostra esperienza personale con il Signore: le tue parole sono credibili? Hanno importanza?
Quando sei in famiglia, tra gli amici. Come vengono accolte le tue parole? Ti senti accolto o rifiutato dalle persone con cui vivi, lavori?
Le tue parole esprimono chi sei , la tua esperienza, o sono soltanto ripetizioni di tanti argomenti presi dai social media, dal gossip e nei gruppi chat?
Come rendere la nostra parola, una parola autorevole come quella di Gesù?
Qui in questa sinagoga, in questo luogo ti invito, a partire dal testo biblico, a parlare di te e della tua esperienza con il Padre. In questa sinagoga di Cafarnao, da qui abbiamo davvero il privilegio, come francescani, di prenderci cura di questo luogo, di venire qui ogni volta e rivivere la storia di Cristo che ha qui predicato e guarito.
La presenza è ancora molto reale. In questo luogo si parla continuamente della presenza di Gesù. Possiamo dire che le pietre ci parlano. E’ una presenza di due mille anni fa ma è una presenza viva, reale, attuale che si concretizza ogni giorno con la presenza di innumerevoli pellegrini che giungono qui.
Venite a pregare, venite ad accogliere queste parole di Gesù, i semi sono stati gettati qui e da qui continueremo a scoprire questo bellissimo posto. Questa esperienza di camminare a Cafarnao, la città di Gesù!
La vita e i miracoli di Gesù a Cafarnao sollevano il nostro spirito, dissipano le tenebre della nostra vita e testimoniano che Egli è la via, la verità e la vita.
"Il giorno seguente, la folla che era rimasta sull'altra riva del mare si rese conto che là non c'era altro che una sola barca e che Gesù non vi era salito con i suoi discepoli, ma che i discepoli erano partiti da soli. Altre barche, intanto, erano giunte da Tiberiade, vicino al luogo dove avevano mangiato il pane dopo che il Signore aveva reso grazie. La folla, dunque, quando ebbe visto che Gesù non era là e nemmeno i suoi discepoli, montò in quelle barche, e andò a Capernaum in cerca di Gesù. Trovatolo di là dal mare, gli dissero: «Rabbì, quando sei giunto qui?» Gesù rispose loro: «In verità, in verità vi dico che voi mi cercate, non perché avete visto dei segni miracolosi, ma perché avete mangiato dei pani e siete stati saziati. Adoperatevi non per il cibo che perisce, ma per il cibo che dura in vita eterna e che il Figlio dell'uomo vi darà; poiché su di lui il Padre, cioè Dio, ha apposto il proprio sigillo». Essi dunque gli dissero: «Che dobbiamo fare per compiere le opere di Dio?» Gesù rispose loro: «Questa è l'opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato». Allora essi gli dissero: «Quale segno miracoloso fai, dunque, affinché lo vediamo e ti crediamo? Che operi? I nostri padri mangiarono la manna nel deserto, come è scritto:
"Egli diede loro da mangiare del pane venuto dal cielo"».
Gesù disse loro: «In verità, in verità vi dico che non Mosè vi ha dato il pane che viene dal cielo, ma il Padre mio vi dà il vero pane che viene dal cielo. Poiché il pane di Dio è quello che scende dal cielo, e dà vita al mondo».
Essi quindi gli dissero: «Signore, dacci sempre di questo pane».
Gesù disse loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà mai più sete. Ma io ve l'ho detto: "Voi mi avete visto, eppure non credete!" Tutti quelli che il Padre mi dà verranno a me; e colui che viene a me, non lo caccerò fuori; perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. Questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nessuno di quelli che egli mi ha dati, ma che li risusciti nell'ultimo giorno. Poiché questa è la volontà del Padre mio: che chiunque contempla il Figlio e crede in lui, abbia vita eterna; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno»."
Gv. 6, 22-40
Fr. FABIO INACIO, ofm
Responsabile di Cafarnao
Come si può dire che il corpo è carne da mangiare? Sono state fatte molte interpretazioni su Gesù, ma Gesù parla di se stesso come il pane disceso dal cielo. Sentiamo nel Vangelo che il pane che Egli ci dà è il pane disceso dal cielo. Non è il pane che i nostri padri hanno mangiato nel deserto ma poi hanno avuto di nuovo fame. Gesù ci dona il vero pane che sazia la nostra fame, fame d’amore, fame di speranza e fame di giustizia.
Questo è il Pane della Vita Eterna! Il pane che ci dà è il pane che ci offre qui.
Ed è interessante ricordare che la moltiplicazione dei pani è avvenuta molto vicino a noi. Gesù ha saziato una moltitudine di persone e in molti continuavano a camminare dietro a lui, pensando non al pane spirituale ma a quello materiale. Ma Gesù oggi dice: Seguimi non perché vuoi un altro cibo, vuoi il cibo che sazia la tua fame immediata, ma perché voglio saziare la tua fame d'amore, di speranza.
Seguendo i passi di Gesù a Cafarnao, siamo invitati ad attualizzare questo discorso, questa predica di Gesù. Ed accogliere oggi la parola di Gesù: Voglio soddisfare la tua fame.
Cosa vuoi che Gesù soddisfi in te? È la tua fame di relazioni, di rapporti umani, tra fratelli, nella tua comunità? Di quale pane di vita hai bisogno oggi. Certamente non è pane materiale, perché grazie a Dio abbiamo il cibo quotidiano. Ma qual è la tua fame? Qual è il pane della vita di cui hai bisogno nella tua vita oggi? Questo è ciò che Gesù può darti e offrirti e non avrai più fame. Io sono il pane della vita, ci ha detto Gesù!
Oggi l'invito è quello di accogliere Gesù come persona nella Parola e nell'Eucaristia, per poter ricevere da lui il dono dello Spirito, perché è lo Spirito, come dice al capitolo 6, che è il Signore e dà la vita!
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Ad ogni passo, ad ogni battito: San Nicola il Pellegrino
San Nicola il Pellegrino è un ragazzo greco nato nel 1075, che quando aveva otto anni ha incontrato Gesù e vedendolo ha ricevuto da lui la preghiera del cuore. È Stato venerato santo dai cattolici ed è rimasto tale per circa nove secoli. Nel 2023, gli ortodossi greci d'Italia, lo hanno inserito nel proprio calendario liturgico. Un santo davvero ecumenico, che ha tanto da dire ai pellegrini che oggi vengono a Gerusalemme. La sua vita è scritta nel libro di Mons. Natale Albino, diplomatico della Santa Sede.