Il santuario di Betfage: Il cammino di Gesù verso Gerusalemme!

2024-03-13 10:12:47
Saliamo sul versante orientale del Monte degli Ulivi e ci accostiamo al Santuario di Betfage, dove ogni anno si aprono le celebrazioni della Settimana Santa nella Domenica delle Palme. È da qui, infatti, secondo il racconto dei Vangeli, che Gesù, con i discepoli, fece il suo umile ingresso a Gerusalemme. MANOLO DOMÍNGUEZ LAMA, ofm Accoglienza dei pellegrini - Santuario di Betfage La prima menzione di questo luogo la troviamo nel racconto di viaggio della pellegrina Egeria, che ci testimonia l’esistenza, fin dal quarto secolo, di una cappella eretta dove Gesù si incontrò con Marta e Maria, alla morte di Lazzaro. Non abbiamo altre notizie fino all’anno 785, quando, un pellegrino chiamato Bernardo, scrive: “sono venuto a Betfage e ho visto la pietra, questa che è qui dietro, dove Gesù si è seduto e di cui si servì per salire sull’asino”. Questo significa, ci spiega fra Manuel, che i primi cristiani della chiesa madre di Gerusalemme hanno voluto confermare l’esistenza storica di Gesù anche attraverso la fedele localizzazione dei fatti narrati nel Vangelo perché ne hanno compreso l’importanza ed il significato religioso. Betfage era un villaggio strategico lungo la strada per Gerusalemme, ma anche un toponimo connesso dalla Scrittura alla profezia messianica. È quindi molto probabile che Gesù sia passato di qui e si sia seduto su questa pietra mentre attendeva l’arrivo del puledro. MANOLO DOMÍNGUEZ LAMA, ofm Accoglienza dei Pellegrini - Santuario di Betfage Nel Medioevo, l’arrivo dei crociati a Gerusalemme determina un importante cambiamento nell’assetto dell’area dedicata alla memoria di questi eventi. Dopo aver cinto d'assedio la città e devastato i luoghi santi islamici ed ebraici, i crociati si mettono a lavorare per ridisegnarne la linea difensiva. Decidono di fabbricare una fortificazione, sul Monte degli Ulivi, a partire dal sito dove si trova oggi l’edicola dell’Ascensione, ma poi curiosamente si fermano quando arrivano a Betfage. E perchè? A causa della tenace e fedele tradizione della chiesa locale a riguardo dell’importanza di questa zona, testimoniata anche dalla presenza dei resti di una chiesa paleocristiana a pianta circolare. Sulle motivazioni gli storici sono in disaccordo, ma è certo che i crociati interrompono la fabbricazione delle fortificazioni quando arrivano a Betfage, ed erigono invece una piccola chiesa, i cui resti oggi si trovano ancora sotto il santuario, garantendo in tal modo la continuità della tradizione. Quanto alla stele che vediamo custodita all’interno, narra per immagini pittoriche (come in uso nel medioevo) gli episodi della risurrezione di Lazzaro e dei discepoli con le palme che acclamavano Gesù in cammino verso Gerusalemme. MANOLO DOMÍNGUEZ LAMA, ofm Accoglienza dei pellegrini - Santuario di Betfage Tuttavia, alla fine del secolo quattordicesimo, sappiamo dal racconto di un pellegrino spagnolo, Fra Jeronimo di Merida, che il villaggio di Betfage come tale non esisteva più e che la chiesa era stata nuovamente distrutta. Nonostante queste alterne vicende di demolizione, i pellegrini rimasero fedeli alla consuetudine di osservare nel viaggio tutte le tappe tramandate dai primi cristiani, come nel 1560 ci confermano le relazioni di Federico di Guzman, che segue lo stesso percorso, e del marchese di Tarifa. La processione delle Palme che facciamo all’inizio della Settimana Santa ha origine proprio da questa sosta spirituale degli antichi pellegrini sul versante orientale del Monte degli Ulivi. Nel 1647, un frate racconta come il Custode, tutti i Francescani e i cristiani locali, con le palme in mano, scendevano, pregando insieme, da Betfage e il Custode procedeva in sella all’asino, a rappresentare il Cristo. MANOLO DOMÍNGUEZ LAMA, ofm Accoglienza dei pellegrini - Santuario di Betfage La processione della Domenica della Palme quindi è molto antica. Sappiamo che, durante la dominazione islamica, il governatore musulmano non sempre ha concesso l’autorizzazione di poterla svolgere, fino a quando, una volta, in un periodo di terribile siccità, i frati hanno pregato in processione perché piovesse e questo è accaduto. Da allora il permesso non è mai più stato negato. Se la memoria del sito si era sempre mantenuta, invece i resti della chiesa crociata sono rimasti interrati sino al XIX secolo, quando un contadino della zona, mentre arava il campo, ritrovò casualmente la roccia affrescata. Il contadino si recò subito ad informare le monache ortodosse del vicino monastero russo, ma esse non attribuirono alle sue parole molta credibilità. I francescani, invece, venuti a conoscenza dell’ accaduto, si interessarono subito al recupero e al ripristino dell’area. Gli scavi vennero affidati ad un archeologo francese che studiò il sito ed i reperti rinvenuti. Finalmente, nel 1883, la Custodia ebbe il permesso di costruire il nuovo santuario. Fu deciso allora di commissionare il progetto all’Architetto Barluzzi che realizzò la chiesa nel 1954, così come la vediamo oggi. Il santuario è meta di pellegrinaggio di tantissimi turisti, principalmente spagnoli, ma la situazione attuale ha bloccato il loro arrivo. MANOLO DOMÍNGUEZ LAMA, ofm Accoglienza dei pellegrini - Santuario di Betfage I pellegrini vengono qua perché gli piace la chiesa e si sentono benvenuti. Li accolgo io, di solito, perché parlo spagnolo e posso guidare la visita spirituale del Santuario. Abbiamo vissuto tempi molto belli. Oggi però abbiamo il triste ricordo del 7 ottobre. Quel giorno era in visita un gruppo di pellegrini slovacchi quando le sirene hanno suonato annunciando il bombardamento. Siamo corsi nei rifugi e in cerca di notizie per capire cosa stava succedendo. Da quel momento in poi, tre quattro giorni dopo, è finito l’afflusso dei pellegrini. Proprio nessuno. E poi la sensazione di paura, insicurezza. C’era già stato il periodo del Covid, anche questo molto difficile, senza gruppi e tutto chiuso. E adesso stiamo vivendo di nuovo questa situazione. “Di cuore posso dire che è grande la sofferenza, e non a causa del danno economico. No, no. È la sofferenza per chi sognava di visitare i luoghi della salvezza e già aveva tutto pronto per venire, come il biglietto di viaggio. Questa terra vuole vivere la pace, ma non riesce a incontrarne il cammino. Sono tempi duri e tutto resta chiuso” Fra Manuel ci spiega che in questi giorni l’unica presenza nel santuario è data dalla comunità locale dei cristiani che vivono nelle case costruite dalla Custodia. I cristiani si riuniscono tre volte a settimana per pregare il rosario per la pace. MANOLO DOMÍNGUEZ LAMA, ofm Accoglienza dei pellegrini - Santuario di Betfage Qui celebriamo la messa di domenica, abbiamo celebrato il Natale e tutte le altre feste. Tutti i giovedì, dopo il rosario, c'è l'esposizione del Santissimo e adesso nella quaresima preghiamo la Via Crucis. Abbiamo una buona relazione con i cristiani della zona e condividiamo l'insicurezza, la mancanza di risorse e altre cose. Ma questa forza misteriosa che ci unisce come cristiani la troviamo qui. Anche se un muro circonda il nostro santuario senza pellegrini, sappiamo che qui fuori c’è un gruppo di cristiani che ci da una mano e quando abbiamo bisogno possiamo contare su di loro. E’ molto importante Fra Manolo nutre la speranza che i pellegrini possano tornare pian piano, che la situazione possa normalizzarsi e il conflitto abbia fine quanto prima. MANOLO DOMÍNGUEZ LAMA, ofm Accoglienza dei pellegrini - Santuario di Betfage Sono rimasto molto colpito da quello che Papa Francesco ha detto: “l’unica forza del cristiano su questa terra è la preghiera”. E così stiamo vivendo in questi mesi. Pertanto è questa preghiera che ci sta aprendo il cammino della Speranza, perché i commissari già cominciano ad organizzare i futuri pellegrinaggi. Così la storia umana, fatta di alti e bassi, guerra e pace, gioia e dolori, si unisce alla vita di Cristo, che dopo essere morto a Gerusalemme, vive la sua Pasqua e scende nel profondo della Terra per salvare l'umanità dalla sua caduta MANOLO DOMÍNGUEZ LAMA, ofm Accoglienza dei pellegrini - Santuario di Betfage “A Betfage facciamo l’esperienza dell'umanità di Gesù e ci possiamo domandare cosa pensava lui nel suo cuore quando già sapeva della sua passione e qui si fermò con i suoi discepoli e poi salì sull’asino portando a compimento la profezia. L’entrata a Gerusalemme è iniziata proprio da qui.” MANOLO DOMÍNGUEZ LAMA, ofm Accoglienza dei pellegrini - Santuario di Betfage Per me è molto importante dire che qui Gesù aveva già preso la decisione ed è curioso pensare alle tre pietre. Questa: dove lui monta sull’asino per andare verso Gerusalemme; la pietra del Getsemani dove Cristo accetta di bere il calice della passione compiendo la volontà del Padre; e la pietra della Risurrezione dove Dio ridona la vita a Gesù per sempre.
Ad ogni passo, ad ogni battito: San Nicola il Pellegrino
Ad ogni passo, ad ogni battito: San Nicola il Pellegrino

San Nicola il Pellegrino è un ragazzo greco nato nel 1075, che quando aveva otto anni ha incontrato Gesù e vedendolo ha ricevuto da lui la preghiera del cuore. È Stato venerato santo dai cattolici ed è rimasto tale per circa nove secoli. Nel 2023, gli ortodossi greci d'Italia, lo hanno inserito nel proprio calendario liturgico. Un santo davvero ecumenico, che ha tanto da dire ai pellegrini che oggi vengono a Gerusalemme. La sua vita è scritta nel libro di Mons. Natale Albino, diplomatico della Santa Sede.